Il Progetto Pava costituisce per il Laboratorio di Archeologia dei Paesaggi e Telerilevamento (LAP&T) un’occasione unica per rispondere ad una serie di domande metodologiche e storico-archeologiche.
La strategia di ricerca è incentrata sull’integrazione tra metodi tradizionali e tecnologie innovative finalizzate alla diagnostica, gestione ed analisi del dato archeologico.
I principali strumenti per l’analisi della Val d’Asso sono la cartografia storica, le aerofotografie verticali storiche e recenti, le ricognizioni aeree con le relative fotografie oblique e la scansione lidar effettuata nella primavera del 2005.
Ad un gradino più vicino alla superficie si collocano le prospezioni geofisiche realizzate a partire dal 2003.
L’indagine magnetometrica è stata realizzata su circa 2 h di terreno e si è rivelata lo strumento più fruttuoso per l’individuazione della pieve scomparsa. Vaste coperture di terreno sono state realizzate con l’elettromagnetometro, con varie coperture geoelettriche, con prospezioni radar.
Localizzazione
Il territorio della Valle d’Asso si trova in Toscana, nella parte meridionale della provincia di Siena, a cavallo tra le Crete Senesi e la Valle d’Orcia.

Fonti Documentarie
La pieve di S. Pietro in Pava compare in una straordinaria serie di documenti di età longobarda. Si tratta dei documenti più antichi relativi ad una secolare contesa tra i vescovi di Siena e di Arezzo per il possesso di edifici religiosi di confine tra i due territori. Nei secoli a cavallo tra VII e VIII la causa comparve anche davanti al re longobardo Liutprando.
Convenzione, anno 650 c.a.
Convenzione tra Mauro vescovo di Siena e Servando vescovo di Arezzo, esistente in una copia del secolo XI di Gezone notaio della chiesa aretina
Giudicato, anno 714 c.a.
Notizia Judicati redatta a Siena nell’ Agosto del 714. Il giudizio è tenuto ad Arezzo dal maggiordomo di Liutprando, Ambrogio, tra i vescovi Luperziano di Arezzo e Adeoado di Siena. La conferma dei possessi va a Luperziano. Anche in questo caso si tratta di una copia di XI secolo di Gezone
Testimoniale, anno 715 mese di giugno
Inchiesta effettuata da Gunteram, messo di Liutprando. Copia di IX – X secolo. Il dato di maggior impatto è l’esistenza su questo territorio conteso (circa 700 km2) di 21 pievi, 7 chiese, 3 basiliche, 4 monasteri, all’inizio del secolo VIII
Giudicato, anno 715 mese di luglio
Presso la chiesa di S. genesio in vico Walari. La contesa è tra Adeodato (vescovo di Siena) e Luperziano (vescovo di Arezzo). Il giudizio è dato dai vescovi di Fiesole, Pisa, Firenze, Lucca insieme al notaio del re Gunteram. Anche in questa occasione il possesso degli edifici religiosi è riconosciuto ad Arezzo. Nuovamente il testo è giunto in una copia di Gezone (XI secolo). La variazione, rispetto al giudicato precedente è nel numero degli enti religiosi presenti, i battisteri sono diciannove e i monasteri sono divenuti tre, per un totale di ventidue centri religiosi.
Bibliografia Fonti Documentarie
Sono state utilizzate le traduzioni di Pasqui (U. PASQUI, Documenti per la storia della città di Arezzo, Firenze 1899-1904) e Schiaparelli (L. SCHIAPARELLI, Codice diplomatico longobardo, Roma, 1929-1933)
Ricognizioni di Superficie
Le ricognizioni archeologiche di superficie si basano sull’osservazione diretta del terreno. Nello specifico gruppi di archeologici camminano sulla superficie di fondi agricoli distribuiti a distanze regolari e ravvicinate (da 1 a 10 m) cercando la presenza di reperti archeologici portati in superficie dalle lavorazioni agricole. Gli affioramenti di materiale archeologico (Unità topografiche) una volta individuati vengono posizionati mediante GPS e rilevati topograficamente. Lo studio dei reperti permette la definizione cronologica; la loro tipologia, associazione e distribuzione permettono la definizione di massima del deposito archeologico sepolto.
Il Progetto Carta Archeologica della Provincia di Siena, del quale fa parte anche la ricerca compiuta sul territorio di Pienza, è nato nel 1990 dalla collaborazione fra Dipartimento di Archeologia dell’Università di Siena e Provincia di Siena al fine di realizzare una mappatura delle evidenze archeologiche del territorio provinciale. Le ricerche vengono portate avanti per comprensorio comunale. Allo stato attuale delle ricerche sono stati investigati 28 comuni dei 36 appartenenti alla provincia di Siena.
Ricognizioni Aeree
L’Archeologia Aerea è uno dei metodi per lo studio del passato, basato su ricognizioni aeree, fotografia aerea, foto interpretazione, restituzione grafica o cartografica, documentazione e ricostruzione di siti e paesaggi.
Le ricognizioni sono effettuate con piccoli aerei da turismo alla ricerca di tracce anomale sul territorio. Le tracce possono essere dovute a crescita anomala della vegetazione cropmark , a micro rilievo eartwork o a differenze di umidità del suolo soilmark. Per l’individuazione delle anomalie è, comunque, indispensabile la presenza di un archeologo aereo, ossia un archeologo specializzato in uno o più processi dell’archeologia aerea che si svolgono sia in aria sia in laboratorio.
Le fotografie oblique vengono scattate con un angolo prospettico, da aereo mediante macchine fotografiche portatili. Documentano solo le parti di paesaggio che l’archeologo decide di acquisire e quindi non forniscono una copertura integrale del territorio.
Le fotografie verticali (zenitali) sono fotogrammi in sequenza scattati mantenendo l’asse della macchina fotografica ortogonale al terreno. Sono acquisite di solito con macchine fotografiche fissate ad un aereo appositamente destinato a questo scopo. In genere sono acquisite in maniera da consentire la visione tridimensionale del terreno, consentono la documentazione completa del territorio.




Sulla scia di interesse accentuata dalla sintesi fra emergenze di superficie e attestazioni documentarie sono state condotte sul sito una serie di indagini, a partire dalla ripetizione di voli aerei per l’individuazione di eventuali tracce sepolte.Le ricognizioni aeree non hanno avuto nessun risultato a causa dei suoli argillosi che caratterizzano l’area del sito, spingendoci ad investigare il terreno con indagini geofisiche per di incrociare i dati già acquisiti con quelli ottenuti sfruttando un principio diverso
Cartografia Storica

Questa è la meraviglia della cartografia: il fatto che, da un limitato numero di misurazioni ed osservazioni assai precise ed accuratamente scelte, è possibile produrre una carta dalla quale può essere desunto un numero illimitato di fatti geografici con una assai elevata precisione (Toulmin, 1960:111)
Prospezioni Geoelettriche
Le prospezione geoelettriche permettono di misurare la resistività del sottosuolo attraverso l’applicazione sulla superficie di un campo elettrico artificiale. E’ possibile ottenere la geometria delle strutture presenti nel sottosuolo attraverso la misura delle caratteristiche elettriche e delle variazioni elettriche di resistività del sottosuolo.
Prospezioni magnetometriche
Le Prospezioni magnetometriche si basano sulla misura delle variazioni del campo magnetico terrestre. Le variazioni magnetiche sono provocate dal contrasto della suscettività magnetica (proprietà caratteristica degli elementi) che caratterizza le entità presenti nel sottosuolo ed il terreno che le contiene.
Georadar
Il GPR è un sistema di indagine del sottosuolo basato sulla riflessione e rifrazione di onde elettromagnetiche inviate nel terreno. L’antenna che riceve misura il tempo impiegato dal segnale a ritornare al ricevitore dopo essere stato riflesso e rifratto da eventuali discontinuità intercettate durante il percorso. Tali riflessioni e rifrazioni dipendono dal cambiamento delle proprietà elettriche del sottosuolo, dalla variazione del contenuto d’acqua, da cambiamenti litostratigrafici, dalla presenza di strutture, da vuoti presenti nel terreno, da elementi metallici e superfici di contatto tra strati differenti. Il metodo permette di ottenere informazioni sulla forma dell’oggetto, sul suo spessore e di valutarne la profondità.