Sulla Strada Provinciale 14, che da San Giovanni d’Asso porta a Torrenieri, si trova l’area della Pieve di San Pietro a Pava che dal 2000 ha visto concentrarsi studi, ricerche e campagne di scavo che hanno portato alla luce la più antica chiesa scavata in estensione in Toscana, un monumento estremamente importante per la storia delle campagne italiane che nell’ambito della ricerca archeologica è stato al centro di convegni, incontri e pubblicazioni.
Nel 2014 l’inaugurazione del Parco Archeologico, a dieci anni dall’inizio degli scavi, diretti dall’Università di Siena, Dipartimento di Scienze Storiche e Beni Culturali con la collaborazione di numerosi atenei nazionali e internazionali tra cui Pisa, Napoli e Aix en Provence. Poi un periodo di transizione, “ma adesso, dopo la fusione dei Comuni di Montalcino e San Giovanni d’Asso, siamo pronti a ripartire”, spiega alla Montalcinonews Stefano Campana, responsabile scientifico degli scavi di Pava.
Uno dei problemi del sito è che è molto delicato dal punto di vista materiale. “Abbiamo provato con varie metodologie di restauro ma, per il tipo di muratura, non ci sono le condizioni”, aggiunge Campana. Le fragili murature del monumento, piene di significati e nuovi dati sulle fasi della tarda antichità e dell’alto medioevo, sono inadatte a conservarsi fuori da quella terra che le ha preservate per oltre 900 anni. Su indicazione del Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo Anna Di Bene e del funzionario archeologo Jacopo Tabolli, la Fondazione Pava onlus ha intrapreso la copertura completa delle murature ancora emergenti.

Il progetto di valorizzazione della Pieve di Pava non si ferma alla tutela degli scavi archeologici ma prende in considerazione anche l’ambiente circostante con la piantumazione di essenze scelte sulla base degli studi del team di paleobotanici dell’Università Federico II di Napoli.
Il progetto dal 2014 mira alla ricreazione del tipico paesaggio boscato medievale fatto di querce e lecci radi, ben puliti, che verosimilmente coprivano in maniera costante le alture e i pendii della Valle dell’Asso.
“Nell’ambito dell’ambiente abbiamo piantato tre filari di aceri campestri per maritare la vite con l’acero campestre, per riprodurre quelli che ancora si trovano nelle campagne senesi, tecnica utilizzata in passato, nelle coltivazioni non intensive, documentata per l’età romana e etrusca. Non molto lontano, sulla strada da San Giovanni a Torrenieri, troviamo ancora esempi di maritatura fatti da una persona di San Giovanni con viti molto antiche. Il nostro progetto prevede di impiantare alcuni filari di queste antiche viti per conservarli e raccontarli. La vite per noi è infatti molto interessante, perché il rapporto col vino era centrale nella ritualità ecclesiastica. Per quanto riguarda il lavoro sul paesaggio l’idea è sempre stata di condurre il visitatore in un viaggio nel tempo.
Il parco si estende su area di tre ettari, la prima parte è dedicata a coltivazioni moderne, successive alla scoperta America (ad esempio i girasoli). Attraversato un sentiero che si sviluppa all’interno di questa prima porzione di parco si accede a un secondo spazio, dove stiamo lavorando per riprodurre il paesaggio della pastura alberata (querceto misto) per poi passare al paesaggio della vite maritata, tipico dell’età etrusca e romana. Ricostruire un paesaggio è un modo nuovo di raccontare un piccolo frammento di coltivazioni promiscue e sostenibili che si differenziano fortemente dal paesaggio monoculturale e intensivo della contemporaneità.”

Stefano Campana
Responsabile scientifico progettoIl centro didattico “casa degli archeologi” è una struttura multifunzionale realizzata dall’architetto Edoardo Milesi rispettando i principi del minimo impatto sul territorio e della massima integrazione possibile.

Il Parco di Pava è oggi orientato verso la “rinascita” del monumento con la realizzazione di un progetto di architettura e archeologia sperimentale teso alla ricostruzione di alcune parti significative del monumento seguendo l’uso di tecniche costruttive del tempo e utilizzando materiale proveniente dallo scavo.
Questa attività verrà condotta in collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Storiche e Beni Culturali dell’Università di Siena, il MIBACT e la Scuola Permanente dell’Abitare.
Per il parco di Pava si apre adesso la fase della comunicazione e della valorizzazione di questo immenso patrimonio archeologico che la Fondazione ha sempre voluto pubblico, sempre aperto e a ingresso libero.
Completa il progetto di valorizzazione dello scavo il piccolo museo con la mostra dei reperti più significativi provenienti dallo scavo visitabile, anche in questo caso sempre gratuitamente, al palazzo Municipale di San Giovanni d’Asso, frazione di Montalcino.
Oltre a questa attività, nella strategia dei responsabili dello scavo, la ripresa degli scavi porterà all’ampliamento della zona a sud della chiesa, indagando le fasi della villa tardoantica che ha preceduto la chiesa nella sua lunga vita.